In un momento in cui noi guide turistiche siamo costrette all'immobilità lavorativa come gran parte del paese, mi sono chiesta cosa potevo fare per mostrare riconoscenza verso coloro che a vario titolo stanno combattendo in prima linea e per progettare l'ardua ripresa dell'attività.
Così aderendo al progetto "faccio la mia parte" di Rete al Femminile - Il Network dedicato alle donne che lavorano in proprio e allo sviluppo dell'Imprenditorialità Femminile ho deciso anch'io di "fare la mia parte".
Molti di noi stanno riflettendo in questi giorni su quanto sia bello ed importante poter viaggiare e conoscere le incredibili bellezze della nostra Italia.
In attesa di poter tornare a viaggiare ed ammirare l'incanto che è il nostro paese, il progetto "l'arte che cura" si propone di offrirvi la possibilità di iniziare a progettare il vostro prossimo viaggio nel "Belpaese" e contemporaneamente "dire grazie" a chi con professionalità e passione si sta impegnando per garantirci un domani migliore.
Sapienza, gentilezza, generosità fanno parte del nostro dna e mai come ora siamo un esempio nel
mondo.
Dobbiamo perciò tutelare, conservare come qualcosa di prezioso, la grande bellezza che è dentro e fuori di noi.
Spesso in questi giorni difficili mi torna in mente l'affermazione "la bellezza salverà il mondo" con questo F. Dostoevskij voleva dire: è la bellezza che ci porta all'amore condiviso con il dolore.
Sono sempre più convinta che nell'arte c'è tutto, non è un lusso ma una necessità.
Come avremmo vissuto questi giorni senza la consolazione di un libro, una musica, il ricordo delle nostre ultime vacanze?
L'arte, come afferma la mia amica e collega Maria Giovanna, è una forma di soccorso.