Una volta, una sola volta all’anno, è possibile vedere Ascoli senza la maschera. Senza il volto pensieroso e serio della quotidianità in una città che si dibatte tra i problemi di tutti i giorni che si rincorrono. È il momento del Carnevale, del sorriso in libertà, della satira che punge, sottobraccio col vernacolo, e che si sposa con quell’autoironia inconfondibile dell’ascolano che, almeno per qualche giorno, lascia da parte invidia e rancore.
Una manifestazione da sempre coccolata e tutelata da chi, anno dopo anno, mette la maschera per mostrare il volto della città che tutti vorrebbero. Quella dove l’accusa assume le sembianze della critica senza falsità e i problemi diventano un momento di riflessione con una risata a stemperare toni e strumentalizzazioni.
Poi c’è l’altro aspetto che piace, quello della tradizione, del vernacolo che affiora come espressione massima della spontaneità.
Ma se il Carnevale è tutto questo e anche più, è altrettanto vero che la spontaneità di cui tanto si parla deve forzatamente coniugarsi con l’organizzazione, con la programmazione, con la necessità di dare all’improvvisazione le sembianze dell’evento.
Ed è qui che subentra il ruolo fondamentale dell’Associazione Il Carnevale di Ascoli che guida, sui binari della tradizione abbinata a nuove idee e iniziative, la storica manifestazione sempre più verso il coinvolgimento dei visitatori, dei numerosi turisti, nello spettacolo spontaneo e inconfondibile che si svolge puntualmente in piazza del Popolo.
Un concorso mascherato con centinaia di iscritti che si affianca anche agli aspetti più tradizionali come la gara di Ramazza, la Raviolata e, ancora, il saluto di Re Carnevale cui vengono consegnate le chiavi, per una settimana, dal sindaco della città. E poi l’approccio satirico unico nel suo genere, con grande spazio alla spontaneità e all’improvvisazione, sull’attualità, sui principali temi locali e nazionali che tanto fanno discutere e, almeno in questo caso, ridere a crepapelle.
Il Carnevale di Ascoli, si può affermare senza timore di smentite, è uno di quegli eventi ai quali, almeno una volta, val la pena di partecipare per ritrovarsi, involontariamente, inaspettatamente, ma anche positivamente, protagonisti e spettatori al tempo stesso.
Il primo degli eventi in calendario è quello insostituibile del giovedì grasso, con la mattinata dedicata al Carnevale delle scuole, con una foltissima partecipazione di studenti in maschera, in piazza del Popolo, alla presenza proprio di Re Carnevale e di Buonumor Favorito.
Ricca di appuntamenti anche la giornata del sabato con i primi gruppi mascherati pronti ad esibirsi e, tra gli altri eventi, la tradizionale Raviolata, una degustazione gratuita delle dolci specialità carnascialesce.
Ma il vero clou resta, ovviamente, la grande abbuffata di gruppi mascherati in gara (la prima edizione del Concorso si è tenuta nel 1958) nelle giornate della domenica e del martedì grasso. È qui che trova sfogo tutta la creatività, la fantasia, la grande ironia e un inconfondibile spirito satirico che da sempre, nel corso degli anni, hanno accreditato il Carnevale ascolano come evento unico nel suo genere. Un evento che, aldilà dell’utilizzo spinto del vernacolo, parla una lingua comprensibile in tutto il mondo: quella della voglia di sorridere incondizionatamente grazie a quelle sfumature e quelle battute che fanno di un problema, di una polemica o di un fatto di cronaca un’opportunità per creare allegria.
Un’occasione per vedere la vita, almeno per qualche giorno, da tutt’un altro punto di vista.
associazione Carnevale di Ascoli