Da qualsiasi punto si acceda a Piazza del Popolo, la prima impressione che si ha è di una straordinaria armonia architettonica. Tutto concorre a dare questa sensazione: la maestosa facciata del Palazzo dei Capitani del Popolo, le mura possenti della Chiesa di San Francesco, i palazzi rinascimentali, i portici e logge e anche le vetrine un po’ fuori moda dello storico Caffè Meletti. Piazza del Popolo è il salotto di Ascoli, punto di passaggio obbligato per turisti e cittadini, che qui si danno appuntamento per il rito del caffè o dell’aperitivo.
Piazza del Popolo ad Ascoli Piceno
La storia di come questa piazza sia diventata una delle più belle d’Italia è emblematica e servirebbe molto anche di questi tempi. Ridotta a luogo in cui regnava l’anarchia costruttiva, nel 1507, il governatore Raniero de’ Ranieri, decise che su tre lati della piazza dovessero essere costruite volte con mattoni rossi e colonne in travertino. I privati che possedevano gli spazi nella piazza e volevano costruire, dovevano seguire rigide regole: non più di un piano, con fabbricati tutti della stessa altezza, fatti sempre di travertino e mattoni rossi e con finestre uguali per tutte le case. Che ne pensate? Non servirebbero anche oggi regole così ferree per conservare la nostra bella Italia?
Non passa inosservata la sagoma maestosa del Palazzo dei Capitani, da sette secoli centro del potere civile di Ascoli. Costruito tra il 1200 e il 1300 in sostituzione di tre piccoli edifici preesistenti e di una torre gentilizia riadattata a campanile, svolse da subito la funzione di “Palazzo del Popolo“, dove i rappresentanti delle corporazioni cittadine prendevano le decisioni di governo.
Palazzo dei Capitani ad Ascoli Piceno
Divenne poi “Palazzo del Comune”, sede dei signori che nei secoli hanno governato Ascoli, compresi il Re di Napoli, gli Sforza, il Papa e i podestà che la trasformarono in sede del partito fascista e “Casa del Littorio”. Incendiato nel Natale del 1535 per porre fine alla rivolta di alcune famiglie locali che vi si erano asserragliate, venne ricostruito negli anni e ospitò fino al 1563 gli anziani governatori. Divenuta sede dei Governatori Pontifici bisognerà aspettare l’Unità d’Italia (1860), per il passaggio alla proprietà dello Stato. Oggi è del del Comune di Ascoli. Si può visitare l’interno con il bel cortile rinascimentale, la Sala della Ragione, la Sala degli Stemmi. Molto interessante la visita ai resti archeologici dal periodo romano a quello medievale emersi durante i recenti lavori di restauro.
Orari di apertura e costo del biglietto del Palazzo dei Capitani
Orari di apertura: tutti i giorni dalle 9 alle 17. Mai: 25 dicembre e 1 gennaio.
L’area archeologica è aperta su prenotazione (turismo@comune.ascolipiceno.it). Orari: 9,00 – 12,00 / 15,00 – 18,00 (feriali e festivi)
Costo del biglietto: gratis. Alcune mostre potrebbero essere a pagamento.
Come arrivare: a piedi nel centro storico.
Se il Palazzo dei Capitani del Popolo è il centro del potere politico di Ascoli, la Chiesa di San Francesco è uno dei fulcri della vita religiosa. L’imponente sagoma gotica si contende, sempre con il Palazzo, il ruolo di protagonista di Piazza del Popolo. Nel 1215 San Francesco visita Ascoli dove resta per diversi mesi: colpiti dalla predicazione, 30 giovani della città indossarono il saio dando vita all’Ordine dei Frati minori conventuali. Proprio per accogliere la loro comunità, nel 1258 cominciò la costruzione della Chiesa di San Francesco.
Chiesa di San Francesco ad Ascoli
La facciata principale non dà su Piazza del Popolo ma sulla laterale Via del Trivio: il portale centrale è il più interessante dei tre presenti. La lunettà è decorata con san Giovanni Battista, la Madonna e san Francesco mentre al centro dell’arco c’è un agnello, in onore della Corporazione dei Lanari che partecipò alle spese per la costruzione. Su Piazza del Popolo si apre il grande portale gotico con sopra il monumento a Giulio II che liberò Ascoli dai tiranni Astolfo e Gianfrancesco Guiderocchi. L’interno è molto semplice, con una pianta rettangolare a croce latina su tre navate suddivise da dieci pilastri ottagonali, con archi gotici e volte in stile romanico. Accanto al portale gotico c’è la Loggia dei Mercanti, costruita con le donazioni della Corporazione della Lana. Sotto la loggia è ancora visibile la lastra di travertino che riporta le misure di tutti gli elementi architettonici usati per costruire la Loggia, a futuro uso in caso di manutenzione e sostituzione.
Orari di apertura e costo del biglietto per la Chiesa di San Francesco
Orari di apertura: tutti i giorni dalle 7 alle 19.
Costo del biglietto: gratis.
Come arrivare: a piedi in Piazza del Popolo nel centro storico.
Piazza Arringo ad Ascoli Piceno
Piazza Arringo o “dell’Arengo” compete con Piazza del Popolo per il ruolo di centro civile e religioso di Ascoli. Molto più estesa ma non meno armonica e proporzionata, la piazza prende il nome dalle adunate (arringhe) del popolo che si svolgevano sotto un olmo. Sono quattro le costruzioni principali di Piazza Arringo: il Duomo di Sant’Emidio, patrono di Ascoli e protettore dai terremoti, è da visitare soprattutto per la cripta in cui è conservato il mausoleo con il corpo del santo e il meraviglioso Polittico del Crivelli.
Il vicino Battistero di S. Giovanni, uno dei più importanti esempi di architettura romanica in Italia, conserva ancora la fonte battesimale a immersione del XII secolo. Il palazzo civile più importante della piazza è il Palazzo dell’Arengo, oggi sede della Pinacoteca Civica e del Comune mentre il Palazzo Episcopale ospita il Museo Diocesanocon alcune opere del Crivelli.
Il Caffè Meletti ad Ascoli
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Può sembrare strano trovare un caffè tra le 10 cose da vedere in una città: ma prima di giudicare, entrate e godetevi lo spettacolo dello storico Caffè Meletti. Inserito tra i 150 caffè storici d’Italia, è dal 1905 un’istituzione di Ascoli, nonché luogo di ritrovo per pittori, scrittori, imprenditori e gente comune.
caffè Meletti Ascoli
Il Caffè Meletti di Ascoli Piceno
Ai tavoli sotto i portici affrescati o nelle sale in stile Liberty si sono seduti Sartre, Hemingway, Mascagni, Guttuso, Pertini, Soldati e tanti altri. Sulla facciata rosa, che spicca accanto al Palazzo dei capitani in Piazza del Popolo, c’è la secolare scritta “Anisetta Meletti”, liquore a base d’anice che ha reso famoso il caffè. Prodotta per la prima volta nel 1870 da Silvio Meletti, si ottiene dalle piante di anice (Pimpinella Anisum) coltivate nei terreni argillosi intorno ad Ascoli. Si gusta “con la mosca” cioè aggiungendo un chicco di caffè nel bicchiere. Ogni pranzo o cena in un ristorante di Ascoli si conclude sempre con un’anisetta Meletti. Ovviamente non esagerate, è pur sempre un alcolico! A meno che non abbiate intenzione di aiutare la vostra creatività come faceva il poeta romano Trilussa che arrivò a dire “Quante favole e sonetti m’ha ispirato la Meletti“.
I Tempietti di Sant’Emidio ad Ascoli
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Ascoli ha diversi luoghi legati alla vita del patrono. Oltre al Duomo in Piazza Arringo, ci sono due tempietti semisconosciuto ai turisti e quasi sempre trascurati durante la visita in città. Il Tempio di Sant’Emidio alle grotte sorge dove, secondo la leggenda, il Santo decapitato portò da solo la propria testa perché voleva essere seppellito in un luogo consacrato. In quel luogo, infatti, sorgeva la necropoli cristiana di Ascoli Piceno.
tempio sant’emidio ascoli
Tempietti di Sant’Emidio ad Ascoli
Il tempietto è un bellissimo esempio di architettura barocca integrata nella roccia; fu eretto nel 1721 per ringraziare Sant’Emidio di aver salvato Ascoli dal terremoto del 1703. Il patrono di Ascoli, infatti, è anche il protettore dai terremoti, carica che a quanto pare ha esercitato più volte nel corso dei secoli, ingraziandosi la popolazione locale. Il tempio di Sant’Emidio Rosso, invece, è stato eretto nel luogo dove il santo venne decapitato: costruito in forma ottogonale è dipinto di colore rosso per ricordare il sangue del martire. La pietra dove fu decapitato è conservato sotto l’altare.
Orari di apertura e costo del biglietto per i Tempietti
Orari di apertura: consigliamo di fissare una visita su appuntamento con ragionevole anticipo.
334 3565078 (Giuseppe) 3391271012 (Paolo)
Costo del biglietto: offerta
Come arrivare
Tempietto di Sant’Emidio Rosso
Come: superato il Ponte Romano, si prende Via Tucci. Circa 10 minuti a piedi da Piazza del Popolo.
Tempietto di Sant’Emidio alle grotte
Come: si trova fuori dal centro storico, in zona Porta Tufilla. Chiedete informazioni al Punto di Informazione turistica in Piazza Arringo.
Via delle Stelle e Ponte Romano ad Ascoli Piceno
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Il nome è indubbiamente suggestivo è si addice bene a questo scorcio medievale di Ascoli Piceno. Via delle Stelle si snoda lungo il vecchio percorso delle mura cittadine, a ridosso della riva destra del fiume Tronto. Gli ascolani lo chiamano Rretë li mierghië, “dietro ai merli” perché tutti i palazzi lungo la via erano merlati per esigenze di difesa militare. Lungo il tragitto, tranquillo, quasi solitario, si susseguono torri e palazzetti medievali, resti di antiche botteghe, strade con ciottoli e viste panoramiche sul fiume Tronto.
pietra miliare ascoli
Via delle Stelle e Ponte Romano di Ascoli
Pare che il nome derivi dall’abitudine degli innamorati di incontrarsi di sera in questa strada per cercare un po’ di “tranquillità”. Alla fine di Via delle Stelle c’è il Ponte Romano a cui si accede da Porta Solestà, considerato una straordinaria testimonianza della capacità costruttiva dei romani. Di età Augustea, fu realizzato con una sola campata di circa 62 metri, un vero miracolo per l’epoca.
Dintorni di Ascoli Piceno
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Se vi resta ancora un po’ di tempo, nei dintorni di Ascoli Piceno ci sono molte belle cose da vedere. La prima è il borgo fortificato di Civitella del Tronto: qui siamo in provincia di Teramo, quindi in Abruzzo.
Civitella del Tronto in Abruzzo
Civitella del Tronto in Abruzzo
Costruito interamente sul pendio di un’altura rocciosa, Civitella del Tronto conserva la sua fisionomia di centro fortificato, baluardo più a Nord dell’ex Regno delle Due Sicilie.
Se vi siete mai chiesti dov’è inizia il Sud d’Italia, ora avete la risposta: proprio qui, a Civitella del Tronto, il confine settentrionale dei possedimenti borbonici, storicamente considerato punto di inizio del Sud per chi arriva dal Centro e dal Nord.
A pochi chilometri ancora c’è Campli e la sua “Scala santa” luogo di pellegrinaggio di milioni di persone. Questo edificio sacro è formato da 28 gradini in legno da salire rigorosamente in ginocchio e con il capo chino per ottenere il perdono dai peccati.
Cosa mangiare ad Ascoli
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Non si comprende quanto lavoro ci vuole per fare un’oliva ascolana fino a quando non te lo spiega un ristoratore locale.
Il piatto più rappresentativo di Ascoli richiede prodotti eccellenti (maiale, pollo, manzo, vino, uova, parmigiano, olio),tempo e fatica per la preparazione. Tutto questo per quel breve attimo di estasi, ma ne vale la pena.
Cosa mangiare ad Ascoli
Le olive fanno parte, di solito, del “fritto misto” con costolette di agnello, carciofi e la crema pasticcera fritta, che si può mangiare come antipasto o secondo.
Gli altri piatti della cucina locale badano alla sostanza: chitarre, tagliatelle e maccheroni della vicina Campofilone si sposano con ragù di carne, soprattutto pollo.
Tra i secondi spiccano le tagliate di razza marchigiana. Per il dolce, castagnole all’anice, Frustingo (noci, fichi secchi, mandorle) e la Pizza dolce (zuppa inglese). Tra i vini locali da provare il Rosso Piceno Superiore e il Falerio. Ogni pranzo o cena finisce sempre con un’anisetta Meletti.